Che bello tornare a veder vendemmiare a settembre. Ci fa sognare che le stagioni siano tornate al loro posto, e che i monsoni tropicali dell’estate 2017 siano stati solo il risultato di un dirottamento meteorologico. Magari non dobbiamo farci illusioni, ma intanto l’agricoltura insegna da sempre all’uomo a pensare al presente e ad approfittare di quando le cose che vanno per il verso giusto: “fin che và”, si dice da queste parti. Ecco quindi che torna la frenesia nei 52 comuni produttori delle province di Asti, Alessandria e Cuneo. Per il Moscato parliamo di 9.700 ettari vitati, con rese che si aggirano intorno ai 100 quintali per ettaro, ma che si fermeranno a 85-90 quintali per ettaro come da determina regionale. Produrranno Asti dolce, secco e Moscato d’Asti Docg. «Lo stato delle uve è buono dal punto di vista sanitario — dice il direttore del Consorzio dell’Asti Docg —. Per questo l’annata è promettente con uva aromatica e zuccherina dal livello molto alto».
Anche sulle colline del Monferrato e dell’Astigiano – 11 mila ettari con ben 12 etichette Dop – sarà una buona raccolta, sia per Barbera, Grignolino e Dolcetto, sia per il dolce Brachetto. Per queste uve si parla di ritardo rispetto la raccolta del 2017, ma in anticipo sulle medie storiche e di un buon recupero rispetto i problemi causati dalle piogge di maggio e giugno. Si preannuncia quindi una buona annata anche per questi rossi ma attenzione, il contadino lo sa bene, l’annata buona è quella al sicuro in cantina. Quindi acqua (pardon, barbera) in bocca e pedalare.