“C’è tanta bellezza, ma anche tanta fragilità. Se un tempo l’utilizzo dei prodotti fitosanitari in vigna era la normalità, è tempo di capire che il nostro patrimonio è la terra. La terra ha bisogno di vivere. Occorre evitare la chimica”. Parole, ed invito esplicito al mondo del vino e non solo, per una nuova sensibilità in viticoltura che dovrebbe accomunare la Borgogna e la Langa, territori bellissimi Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, ma troppo fragili. A pronunciarle, ieri a Grinzane Cavour, Aubert De Villaine, co-proprietario e co-direttore del Domaine de la Romanée Conti e past president dei Climats Unesco du Vignoble de Borgogna, e Guillaume d’Angerville, attuale presidente dei climats, tra i magnati dei grandi vini francesi, proprietario del Domaine Marquis d’Angerville, al Castello Cavour tra i vigneti delle Langhe per ricevere il Premio “Langhe-Roero e Monferrato: onde di bellezza e geometrie coltive nei paesaggi e nei paesi del vino”, all’edizione n. 3, promosso dall’Enoteca Regionale Piemontese Cavour, con il presidente dell’Enoteca Tommaso Zanoletti, Luciano Bertello, curatore dell’evento “Tesori Unesco”, e una platea affollata di produttori-simbolo delle Langhe, come Angelo Gaja.
“I nostri e i vostri sono paesaggi magnifici che vanno preservati – ha detto Aubert d’Auberville – ci sono molti tratti in comune. Siamo siti portatori di cultura. La Borgogna è fondata sulla storia, 2000 anni di viticoltura, non solo sul paesaggio. Da qui arriva una certa filosofia nel produrre vino. Un altro punto in comune sono le famiglie del vino che si tramandano il lavoro di generazione in generazione”. E che perseguono gli stessi obbiettivi, da un territorio all’altro, grazie, ha ricordato Guillame d’Angerville, “un linguaggio internazionale: quello della terra”. De Villaine e d’Angerville parlano di fragilità e cambiamento climatico, “che ci porta anni di grande siccità e spesso il gelo ad aprile: è quello che ci inquieta”. Ma parlano anche di alleanza tra la Borgogna e il Piemonte, raccogliendo uno spunto del presidente della Regione Sergio Chiamparino: “la Borgogna è sempre stata un nostro punto di riferimento. In campagna elettorale ho detto che il nostro obiettivo era battere la Borgogna. Non ce l’abbiamo ancora fatta, ma siamo sulla buona strada”. Per Gianfranco Comaschi, presidente Associazione paesaggi vitivinicoli Unesco Langhe-Roero e Monferrato, “occorre creare un trait d’union con la Borgogna: lavorare insieme, fare progetti che ci facciano crescere insieme. Dopo il riconoscimento, ora dobbiamo conservare e tutelare. Bisogna lavorare per far crescere la consapevolezza delle persone sul valore del loro patrimonio”.
“È un paesaggio delicatissimo, va curato con attenzione. Questo paesaggio è frutto di fatica durata lunghi anni”, ha ribadito l’architetto Paolo Pejrone. “Si parla di bellezza ma solo in ottica di ritorno di denaro – ha sottolineato lo scrittore Giovanni Tesio – dobbiamo parlare di bellezza come Flaubert “le beau c’est le beau”. La nostra bellezza sta nella varietà delle geometrie di coltivi, di colori, dell’alternarsi di boschi e vigne. Dobbiamo avere rispetto per l’ambiente e per gli animali. Se non si vede la bellezza, si rischia di perderla per sempre”.
Un altro, ribadito e premiato, è il condividere la bellezza di questi paesaggio, nello spirito dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco, con tutti, come fanno a San Martino Alfieri il versante collinare Quaglia (La Tota e Tanarella dell’azienda Marchesi Alfieri), a Novi Ligure il versante collinare La Madonnina (dell’azienda biodinamica La Raja), a Portacomaro, il gruppo di amministratori e cittadini che coltiva la “Vigna del Papa”, con uve Grignolino, laddove ha le origini la famiglia di Papa Francesco Bergoglio, nel Monferrato, premiati proprio per la loro filosofia, insieme, sui Colli Tortonesi, a Monleale e Berzano di Tortona, versante collinare La Cerreta con numerosi produttori e il capofila Walter Massa. Ma si possono citare anche Renato Boveri, classe 1922, uno dei contadini che hanno custodito le vigne di Timorasso. E nel Roero, a Montà, la collina Bric Bossola. In Langa a Treiso, il versante collinare Nervo e a Monforte, il cru Ginestra, curato da produttori del calibro di Paolo Conterno e Domenico Clerico.” [da winenews.it del 31 ottobre 2016]