“Tra certezze e contraddizioni il turismo del vino resta sempre di più una risorsa da sfruttare, ma manca la forza del cambiamento. Focus: Cantine Aperte a Natale by Movimento Turismo del Vino.
L’enoturismo cambia faccia, o meglio, dovrebbe provare a farlo. Ma tra certezze e contraddizioni, il turismo del vino resta sempre di più una risorsa da sfruttare, specialmente in un Paese come il nostro dove proprio il rapporto vino-cultura-territorio è da considerarsi quasi paradigmatico. Eppure ancora sembra mancare la forza per provocare quel necessario cambiamento che trasformerebbe l’enoturismo in una delle leve fondamentali dell’economia del Belpaese, al pari dell’arte. Ecco alcune delle sollecitazioni arrivate da “Enoturismo, quale futuro? Fiscalità, comunicazione e marketing” by Movimento Turismo Vino, di scena a Wine2Wine (www.wine2wine.net).
“Correva l’anno 1992, il vino italiano non era certo quello di oggi, ma nacque il Movimento Turismo del Vino e poi Cantine Aperte – spiega Carlo Cambi, giornalista e scrittore tra i più acuti nell’analizzare il rapporto vino e territorio – ci aspettavamo di lì a poco che l’enoturismo sarebbe diventato una risorsa forte dello sviluppo nazionale, di una nuova cultura della ruralità, di una visione diversa e più orgogliosa dell’agricoltura. Passarono altri sei anni e arrivò la Tattarini, la legge sulle Strade del Vino. Sembrava la costruzione di un sistema. È successo poi che il vino italiano si vende bene all’estero e che ha prezzi più remunerativi, ma che il consumo interno si deprime ogni anno di più. È successo che eccessi mediatici, hanno staccato il vino dalla sua origine agricola al punto che oggi si deve rincorrere il concetto di territorio per dare a gran parte delle nostre etichette un’identità. Ma è successo purtroppo che l’enoturismo è rimasto un “si dice”.
Il Censis Servizi sottolinea che i clienti potenziali sono 6 milioni e per di più sono tra i vacanzieri più danarosi. Ma l’enoturismo non è un pilastro del sistema Paese. Dopo oltre vent’anni Cantine Aperte è ripetitiva, ossificata in una formula ormai più funzionale alla comunicazione che non alla comprensione del valore del vino. E questo accade perché non c’è stata alcuna valorizzazione dei territori rurali come bene culturale. Vigne e cantine soffrono dello stesso male che fa crollare Pompei, che non riesce a tutelare e valorizzare i nostri musei, che fa sì che l’Italia detenga un enorme patrimonio d’arte e di paesaggio ma non lo metta né a reddito, né a valore condiviso. Basti dirne una: le cantine non possono fare degustazioni a pagamento, né organizzare tour nei loro vigneti se non hanno la licenza di agriturismo. Invece, basterebbe assimilarle alla normativa fiscale e giuridica dei musei per farle diventare a pieno titolo luoghi della cultura del territorio ivi compresi i beni architettonici e monumentali”.
Un punto di vista critico quello di Cambi che, tuttavia, riesce anche a formulare quello che dovrebbe essere l’enoturismo, un volano di sviluppo che “sfrutta l’attrattore vino che parla con il linguaggio dei sensi narrando le suggestioni complessive di quell’immenso patrimonio che si chiama Italia per valorizzare la ruralità. Un patrimonio che può produrre una nuova economia: non delocalizzabile, non attaccabile dalla globalizzazione. È una prospettiva concreta eppure sembra il mondo dei sogni”.
Ma le responsabilità non sono solo quelle istituzionali, anche i produttori debbono fare la loro parte. “Fate dei vini cattivi ma fate dei vini vostri – conclude Cambi – con personalità riconoscibili. Insomma, vini identitari. Fate dei vini che siano l’immagine della vostra terra, della vostra storia, fate dei vini e difendeteli, così come dovete essere voi i primi difensori della vostra terra e dell’ambiente che vi circonda”.
“L’enoturismo è come se corresse con una gamba sola – spiega il presidente Mtv, Carlo Giovanni Pietrasanta – l’ambivalenza turismo-agricoltura anziché avvantaggiarci ci penalizza. Noi siamo pronti ad avviare una nuova fase dell’enoturismo, fatto di comunicazione web, formazione digitale, complementarietà e interazione con le altre risorse territoriali. Ma anche le istituzioni devono fare la loro parte, dare un segno di vita e fare chiarezza su cosa possiamo fare attraverso la regolamentazione per lo sviluppo dell’enoturismo. Ad esempio – ha concluso Pietrasanta -, facendo chiarezza normativa sulla degustazione e vendita dei nostri prodotti in azienda, abbinati alle tipicità dei luoghi: sembra una banalità ma oggi dopo oltre 20 anni di esistenza ancora non abbiamo una certezza che dovrebbe essere data per scontata”.
Focus – Cantine aperte anche a Natale con il Movimento Turismo Vino
La magica atmosfera delle feste entra nelle cantine del Movimento Turismo Vino con Cantine Aperte a Natale, in programma domenica 6 dicembre in tutta Italia: tra degustazioni, ricette della tradizione, musica, eventi di solidarietà, mostre e cin-cin le cantine Movimento Turismo Vino si trasformano in mercatini di Natale, dove acquistare le bottiglie da stappare ma anche da regalare. In Campania, Toscana, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche e Veneto si comincia già domani, sabato 5 dicembre. In Lombardia, invece, l’appuntamento si fa in tre: 6, 13, 20 dicembre. E se in alcune aziende toscane e venete si prosegue pure il 7 e l’8 dicembre, in occasione dell’Immacolata, in quelle campane Cantine Aperte a Natale, torna anche domenica 13; nelle aziende siciliane, arriva l’8 e il 19 dicembre e dal 20 al 24 dicembre.
Info: www.movimentoturismovino.it.” (tratto da www.winenews.it, 04 dicembre 2015).