In questi anni l’azienda ha creduto fortemente nel progetto di diffusione e conoscenza del saper bere riponendo nella qualità del prodotto la massima fiducia. Per questo motivo le degustazioni programmate si sono ampiamente diffuse creando un circuito di passaparola imprescindibile.
Non si tratta solo di proporre un vino, ma di far conoscere all’utente l’intero mondo che sta dietro il calice che viene servito, dalla conoscenza dei macchinari sino all’affinamento in botte.
Durante questi percorsi formativi più di una volta è capitato che il visitatore fosse talmente coinvolto da improvvisarsi “enologo” e proporre nuove formule e soluzioni immaginando un vino che calzasse su misura per il proprio palato.
Di questo la Cantina ha imparato a farne tesoro, raccogliendo tutte le proposte che potevano essere fattibili e più interessanti e mettendosi a disposizione per creare qualcosa di nuovo.
Perché chi passa dalla Cantina volente o nolente, anche se per un periodo limitato nel tempo, assume suo malgrado la divisa immaginaria di interprete del territorio. Un’altra pennellata su una tela in divenire in un’enologia da costruire.