OGNI VINO HA IL
SUO CLIENTE TIPO, E SE I MILLENNIALS VANNO PAZZI PER GLI ORANGE WINE, IL LAMBRUSCO, LA BARBERA E I VINI DELL’ETNA, LE DONNE STAPPANO I BIANCHI DELL’ALTO ADIGE ED I FRANCIACORTA
Ribaltando uno dei concetti più ovvi del marketing, se è vero che ogni tipo di consumatore ha una sua tipologia di vini preferiti, è altrettanto vero il contrario, ossia che ogni vino ha una sua tipologia di consumatori tipo, come rivela “L’identikit del bevitore italiano”, lo studio di Tannico(www.tannico.it), la più grande enoteca online del Belpaese, basato sull’analisi degli acquisti dei suoi 85.000 clienti nel 2017. Così, si scopre che la Barberasfonda soprattutto tra gli uomini e tra i Millennials, (che ne acquistano il 19% in più del compratore medio), dal reddito leggermente superiore alla media, specie in Piemonte, con il resto del Paese che segna invece una leggera flessione. Il Barolo va forte tra i quarantenni con un reddito medio alto (sopra i 42.000 euro l’anno), per la maggior parte uomini (85%) abituati a spendere circa 150 euro per ordine (il 47% in più della media). Le vendite dell’Alto Adige bianco crescono del +4,2%, grazie alle donne, che ne hanno fatto la seconda scelta come alternativa alle bollicine, ma conquista anche i pensionati, che ne consumano un +39,6% rispetto alla media. Anche il Franciacorta spopola tra le wine lovers con reddito alto, con curiosi picchi di consumo in Emilia Romagna (+31% di vendite sulla media delle altre Regioni).
L’Amarone è invece l’high spender per definizione, specie nei mesi invernali: è l’alternativa allo Champagne Dom Pérignon quando il consumatore è in cerca di qualcosa di diverso da una bollicina. Il Primitivo è indubbiamente un vino del Sud, e bevuto al Sud, specie in Campania e da chi un reddito inferiore alla media dei wine lovers sondati da Tannico; è particolarmente apprezzato dai pensionati (con consumi del 49% superiori alla media), molto meno dai giovani. Non poteva mancare il Prosecco, scelto da chi presta attenzione al prezzo, pur guadagnando bene, con i consumi concentrati al Nord ed una domanda, nel complesso, in lieve calo. Il cliente tipo del Barbaresco (che nel 2017 ha subito una flessione delle vendite del -60%) ha l’età media perfetta, è uomo, con un reddito superiore anche al cliente del Barolo ed un’istruzione tendenzialmente alta, ma sta molto attento a come spende. Il Lugana, che cresce del +33%, vede gli acquisti delle donne superiori del 25% alla media, mentre i consumi dei Millennials sono inferiori del 22% rispetto al cliente medio.
Il tipo Aglianico è un tranquillo uomo del Sud, spesso e volentieri pensionato, insufficiente a salvare l’Aglianico dal crollo (-15%) degli acquisti degli ultimi due anni. Altro tipo di pensionato è quello che all’Aglianico preferisce l’Etna: molto spesso vive nelle grandi città italiane (+20%) ma è anche molto apprezzato nelle isole in particolare in Sicilia, anche dai giovanissimi, meno tra le fasce intermedie d’età. Il Brunello di Montalcinosale sul podio delle scelte dei Millennials e degli imprenditori. Due fasce alle quali piace rispettivamente mettersi in mostra e spendere senza troppe limitazioni. Fra le fasce di reddito va particolarmente forte fra i benestanti con reddito superiore ai 42.000, ma non basta a fermare l’emorragia di vendite in atto ormai da tre anni. Se escludiamo ogni tipo di bollicina, i vini che si aggiudica la medaglia d’oro tra i Millennials sono senza subbio gli Orange Wine del Friuli Venezia Giulia. I numeri sono impressionanti per il consumo nei giovanissimi che arriva a un +285% in confronto a quello del cliente medio di Tannico, ma gli Orange Wine non sono comunque sufficientemente trend setter da sostenere una crescita degli acquisti, che infatti nel 2017 sono calati del -22%. Infine, il Lambrusco, tra le prime scelte dei Millennials, che ne consumano il 25% in più del cliente medio. Più popolare nei piccoli centri che nelle grandi città, il Lambrusco ha visto una crescita del 50% delle vendite tra il 2015 e il 2017.”
[Da winenews.it del 13 aprile 2018]